ESCLUSIVA SN - Doria - Arsenal, Bellucci: "Anche mia madre realizzò c'era davvero qualcosa nel mio futuro. Rino Gaetano..."

13.04.2020 10:17 di  Lidia Vivaldi   vedi letture
ESCLUSIVA SN - Doria - Arsenal, Bellucci: "Anche mia madre realizzò c'era davvero qualcosa nel mio futuro. Rino Gaetano..."
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© foto di Filippo Gabutti

Prende il via Giocavamo insieme sempre io e te..., una nuova iniziativa targata Sampdorianews.net, dedicata alle partite che hanno fatto la storia della Sampdoria. Le andremo a rivivere direttamente con i protagonisti, grazie ai loro racconti di episodi e aneddoti, condividendo emozioni, brividi e stati d'animo. Abbiamo avuto l'onore di partire con Claudio Bellucci, con il quale torneremo al 20 aprile 1995, semifinale di ritorno di Coppa delle Coppe tra Sampdoria  - Arsenal. La prima parte dell'intervista è stata emozionante, clicca QUI per leggerla. Il verdetto finale fu crudele per i nostri colori, quella epica sfida resta in ogni caso nella prestigiosa storia europea della Sampdoria e rappresentò la prima indimenticabile serata per un ragazzo cresciuto nel nostro settore giovanile, colui che diventò Bello Bello Bellucci:

"Ai tempi supplementari sfiorai anche la terza rete, di testa, ma nel secondo tempo supplementare era più la paura di subire gol da parte di entrambe le squadre che la voglia di segnare, quindi andammo ai rigori. Dal dischetto sbagliarono Lombardo, Mihajlovic e Jugovic, tre mostri sacri, i tre giocatori che ci avevano portato fino a lì insieme a Roberto Mancini. Uscimmo rammaricati, ma con la personale soddisfazione di aver fatto due gol che mi aprirono la carriera nella Samp e nei cuori dei tifosi blucerchiati. Ancora oggi la gente mi ferma e mi chiede se ricordo quella doppietta, e io puntualmente rispondo "come posso dimenticarla!".

Da là partì anche il coro Bello Bello Bellucci, che i tifosi ancora ricordano, sulle note di Rino Gaetano, il mio cantante preferito. Non intendo fare il ruffiano, perché so che è un cantante simbolo per i gruppi della Sud, ma io e Rino Gaetano abbiamo anche abitato nello stesso quartiere poco prima della sua scomparsa, e nel mio quartiere a Roma è davvero un mito. Conosco anche qualche suo parente, e il cantante della cover band ufficiale 'Ciao Rino' è un mio amico, per Rino Gaetano ho un debole fin da quando ero ragazzino!

Con quella partita io fui travolto da questo vortice, anche se immediatamente dopo la fine non avevo ancora realizzato quello che avevo fatto. Quella sera inoltre allo stadio erano venute mia madre, mia zia e mia nonna, erano in tribuna, e loro, a parte rare occasioni, non mi avevano mai visto giocare davanti al pubblico. Così, in quel momento, anche mia madre realizzò che c'era davvero qualcosa nel mio futuro, e che i miei racconti in cui le dicevo che mi stavo allenando con Mancini e Gullit, Mihajlovic, Lombardo, Evani, Zenga, erano veri. Magari fino a quel momento mi prendevano per matto, perché erano giocatori che avevamo visto solo in televisione.

Mi resi conto di tutti gli avvenimenti di quella serata quando rientrai al convitto della Sampdoria, l'hotel Lux in via Capolungo: arrivai tardissimo ma i miei compagni di squadra delle giovanili, i ragazzi con cui giocavo a volte in Primavera, lo staff dell'albergo e la direttrice, mi aspettarono tutti svegli per farmi un applauso. Quello fu il momento in cui mi resi conto di quello che avevo fatto, avevo realizzato i sogni anche di qualche ragazzino che non è mai arrivato. Quella fu per me la serata indimenticabile nelle coppe europee. Ne ho giocate tante altre, avendo anche fatto gol, ma Sampdoria-Arsenal fu irripetibile. Purtroppo non arrivò il lieto fine, ma restano ricordi indelebili. Quella semifinale, insieme allo spareggio Champions con il Werder Brema, sono state le ultime partite che hanno ricordato il prestigio della Samp nelle coppe.

Io ero già a Genova quando nel 1992 ci fu la finale con il Barcellona, e quello rappresenta il picco massimo a cui una squadra di calcio può ambire, una finale di Coppa dei Campioni è una cosa fantastica, per una società come la Sampdoria ancora di più. In tanti non si rendono conto di cosa fu capace la Sampdoria in quegli anni: 4 Coppe Italia, Coppa delle Coppe, Scudetto, Supercoppa, ad un passo da vincere la Coppa dei Campioni. Basta vedere ora quanto è difficile per la Juventus vincere la Champions League, e pensare che la Sampdoria è andata vicina tanto quanto la Juve a vincerla, in un ciclo di pochi anni. Alcuni hanno dimenticato la grandezza di quella squadra, ma i veri tifosi doriani non dimenticheranno mai quelle imprese, e darebbero qualsiasi cosa per tornare a rivivere quei momenti.

Noi che li abbiamo vissuti, io in primis che li ho vissuti in campo, siamo fortunati. Forse non è in assoluto il mio ricordo più bello con la Samp, ma è quello che tramite i miei gol mi ha fatto conoscere, mi ha fatto entrare nel cuore dei tifosi".

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