Rizzo: "La convocazione in Under 21 mi rende orgoglioso"

15.12.2014 16:56 di  Lorenzo Montaldo  Twitter:    vedi letture
Rizzo: "La convocazione in Under 21 mi rende orgoglioso"
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Aria di nazionale per Luca Rizzo. La grande stagione disputata sin qui dalla Sampdoria sta giovando a tutti: e così il centrocampista blucerchiato, protagonista di un filotto di ottime prestazioni con la maglia del Doria, ha potuto coronare un altro sogno. E' arrivata anche per Luca la chiamata di mister Di Biagio per l'Under 21: domenica, alle 12.30 a Trapani, il centrocampista classe '92 nato e cresciuto a Genova assaporerà la maglia azzurra. Vivoazzurro.it lo ha intervistato per conoscere le sue sensazioni:

Sei reduce da giorni memorabili con la maglia blucerchiata, culminati con la convocazione nell’Under 21. Come ci si sente?
E’ sempre una bella esperienza vestire la maglia azzurra, e vuol dire che sto facendo bene con la Sampdoria. La convocazione mi rendeo orgoglioso di rappresentare il mio paese, e mi dà modo di ritrovare vecchi compagni e conoscere nuovi ragazzi, magari già affrontati da avversari.

Domani a Trapani scenderete in campo contro la B Italia, vuoi fare un appello ai tifosi siciliani?
Ho fatto parte anche io della B Italia, e l’ho sempre considerata una vetrina importante. Chi giocherà contro di noi domani vorrà sicuramente farsi notare. Quindi invito i Tifosi a venire allo stadio. E’ una bella iniziativa, si affrontano due squadre forti, con giovani che si stanno affermando e che rappresentano il futuro dell’Italia.

Parlaci di te…
Sono cresciuto nella Sampdoria, per alcune stagioni mi sono fatto le ossa in C e B (Pergocrema, Foligno, Pisa, Modena n. d.r.), ed ora sono ritornato a casa. Sono contento di quello che sto facendo, e devo molto al mister Mihajlovic e alla società che mi hanno dato fiducia e spazio.

Come ti descriveresti come calciatore e come persona?
Sono sostanzialmente un esterno alto di centrocampo a cui piace attaccare e dare una mano al reparto offensivo: sono un portatore di palla, cerco di gettarmi negli spazi e di propormi per l’uno-due con i compagni. Fuori dal campo sono tranquillo. I miei amici mi dicono che non sembra nemmeno che giochi in Serie A, per quanto sono rimasto con i piedi per terra. Se è così il merito è della mia famiglia che mi ha educato con questa filosofia. Hobby? Ascolto parecchia musica un po’ di tutti i generi, dipende dai momenti. Mi piace anche uscire con gli amici e andare al mare.

Come è nata in te la passione calcistica?
Ho iniziato ad appassionarmi da bambino. Poi a 5-6 anni, mi sono iscritto a scuola calcio per seguire le orme del mio fratello più grande che giocava a pallone ed era un po’ la mia luce e il mio idolo.

A quali calciatori ti ispiravi o ti ispiri tuttora?
Il mio idolo di sempre è Kakà, quando lo vedevo giocatore e accellerare in campo mi emozionavo. Tra gli italiani direi Alex Del Piero, per quello che ha fatto, ma anche Gigi Buffon per la capacità di essere rimasto una persona “normale” nonostante tutte le vittorie.