ESCLUSIVA SN - Tirotta: "Salvare la Sampdoria dalla B la cosa più importante al mondo. Autocritica su extra campo"

15.11.2019 10:23 di  Enzo Tirotta   vedi letture
ESCLUSIVA SN - Tirotta: "Salvare la Sampdoria dalla B la cosa più importante al mondo. Autocritica su extra campo"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Le cose stanno andando bene adesso. Si può sorridere. E' tutta un'altra Samp, nel giro di due settimane è cambiato tutto, anche se questo cambiamento in positivo dovrà comunque essere confermato. 

E' arrivato un allenatore che dice cose sensate, si è presentato dicendo che lui è qua per niente altro che salvare la Samp e, checché ne dicano gli esteti del calcio, ci si salva anche con i palloni in tribuna. 

Se poi qualcuno preferiva veder giocare meglio al calcio, forse doveva fare qualcosa di più per tenersi Giampaolo. Adesso l'obiettivo è salvarsi e abbiamo capito che salvarsi dalla Serie B significa salvare la Sampdoria dal tracollo. Non c'è niente di più importante al mondo in questo momento.

In merito alla scelta iniziale di Di Francesco, io credo che ci sia tutta una serie di allenatori che si sono costruiti un cliché da cui non riescono ad uscire. A questo tipo di tecnici piace molto applicare un determinato modulo e un'idea di gioco. Se però ti ritrovi in una società come la Samp, che vive un momento di apparente transizione tale da far sì che la normale amministrazione del club non esista più, finendo per lavorare in condizioni particolari come è successo negli ultimi mesi, devi essere in grado di arrangiarti. 

Ci sono troppi allenatori che non sono capaci di dire "bene, è cambiato l'obiettivo, ora non è più quello di fare un goal più degli avversari, ma quello di prenderne uno in meno", e mi sembra che Di Francesco sia uno di quegli allenatori. Se lo dovessimo giudicare per come ha lavorato qua, sarebbe ingeneroso, ma se dicessi che sono entusiasta direi una bugia. L'avvio di stagione era senza dubbio in salita, ma se c'è una colpa che posso attribuire a Di Francesco, è di non essere nemmeno riuscito a far diventare questo inizio difficile un alibi per lo scarso rendimento.

Ora siamo tornati ad un 4-4-2 molto 'novelliniano', che è diverso da quello 'delneriano': lo schema era lo stesso ma l'atteggiamento era completamente diverso. Finita la partita con il Lecce ci sono stati fischi, perché la squadra era impaurita, ha giocato col vitello in pancia, ma a fine partita Ranieri ha detto di essere contento perché ce l'hanno messa tutta. 

Eravamo tutti un po' scettici ma evidentemente ci aveva visto giusto, aveva visto nella squadra quello che gli occhi di noi profani non vedono. Non dobbiamo però dimenticare che noi in questo momento siamo in Serie B, navighiamo in acque ben più che pericolose.

Qualcosa è cambiato, è vero, è cambiato l'atteggiamento, facciamo più falli, siamo più presenti. Ora sembra tutto normale ma l'Atalanta, tre giorni prima di giocare a Marassi, ha fatto nero il Manchester City, obbligandoli a perdere tempo come fosse stato un avversario qualsiasi. Avevamo di fronte l'attacco più prolifico e più pericoloso del campionato, e li abbiamo costretti a fare un solo tiro in porta su punizione. E' vero che siamo stati poco pericolosi, ma se siamo terz'ultimi qualche motivo c'è, non siamo in quella posizione per caso. Abbiamo dei problemi, ma uno di questi lo abbiamo risolto.

Per quanto riguarda le questioni extra-campo faccio autocritica: aver parlato così tanto delle vicende societarie ha creato troppi alibi, abbiamo creato alibi a tutti, anche alla società stessa, alla squadra, all'allenatore... E' stato molto controproducente. Io, che sono stato uno dei tanti veicoli di questi discorsi riguardanti la società, mi sono pentito, a tal punto che ora non ne parlo più. 

Adesso la cosa più importante al mondo è salvare la Sampdoria dalla Serie B, non si può assolutamente cadere di nuovo nello stesso vortice in cui abbiamo vissuto per quattro mesi. Ora la salvezza si gioca sul filo del singolo punto, e quel punto si ottiene anche con la tranquillità della squadra, con la stabilità. Dobbiamo giocarci quei punti su tutti i fronti. 

Per quanto riguarda la società, quando succederà lo sapremo, è una situazione che in precedenza è stata gestita male da tutti, ma adesso basta, in questo momento quel tipo di discorsi non sono utili a nessuno. Dopo i 40 punti forse potremo tirare fuori anche qualche ragionamento su ciò che è successo. 

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