"Strumenti di tifo", Avv. Contucci: "Nel 2018 gli ultras sono eroi. Istituzioni vent'anni indietro su ogni cosa"

05.06.2018 21:57 di  Diego Anelli   vedi letture
"Strumenti di tifo", Avv. Contucci: "Nel 2018 gli ultras sono eroi. Istituzioni vent'anni indietro su ogni cosa"
© foto di Sampdorianews.net

All'incontro “Strumenti di tifo” i presenti a Villa Croce hanno potuto il piacere di ascoltare l'analisi dell'Avvocato Lorenzo Contucci, da molti anni in prima fila al fianco delle tifoserie organizzate. Sampdorianews.net, presente all'incontro, ha raccolto la sua disamina:

“Ho messo piede in uno stadio all'età di 13 anni e andavo in curva... chi è ultras nel 2018 lo considero un eroe viste le numerose difficoltà che ha dovuto e deve tuttora affrontare. Una volta diventato avvocato ho iniziato ad incontrare alcuni ultras, in primis miei amici di curva che – riporta Sampdorianews.net - avevano conosciuto attorno al 1999 la prima stretta di repressione, dalla quale seguì purtroppo un'autentica escalation. 

Personalmente rimprovero alle istituzioni di essere vent'anni indietro su ogni cosa da fare. All'estero, basta citare gli esempi di Germania e Svezia, esistono normative antiviolenza che vengono applicate alla lettera ma – riporta Sampdorianews.net - senza nulla togliere allo spettacolo, alle coreografie e si va allo stadio con molte meno restrizioni. Posso far riferimento all'Inghilterra, dove le tv hano chiesto che le tifoserie ospite venissero collocate in settori di primo piano negli stadi, in modo da far vedere a chi era seduto a casa davanti alla televisione come le tifoserie siano colorate e lo stadio sia luogo di aggregazione.

In Italia tutto è reso molto più complicato, da noi la questione è regolata non da un applicativo di legge che andrebbe discusso in Parlamento, basta far riferimento all'assurdità dell'art.9 in parte poi modificato e regolamentato dalla circolare durante il lavoro del Ministro Maroni, che – riporta Sampdorianews.net - potrebbe essere cambiata anche domani con l'intervento del Ministro degli Interni, senza dover essere soggetto ad un dibattito parlamentare. Il vero problema è come vengono applicate le circolari dalle varie questure e ci troviamo spesso dinanzi a situazioni chiamate di prevenzione ai danni degli striscioni con conseguenti possibili violazioni, diffide, ulteriori restrizioni e inasprimento degli animi nei confronti delle forze dell'ordine.

Basterebbe un minimo passo indietro, ad esempio tra gli anni '90 e 2000 quando ad esempio ci si metteva d'accordo con il questore sul numero di torce da far entrare all'Olimpico di Roma... Ritengo necessario un intervento della politica, esiste una circolare, certe cose vengono applicate, altre o le medesime non seguono altrove lo stesso iter, un tifoso in trasferta non sa mai cosa potersi attendere, come ad esempio – riporta Sampdorianews.net - la bandiera dei tifosi spallini con il volto di Aldrovandi, in casa supera i controlli, in trasferta spesso non viene fatto entrare. 

Dall'interno del prodotto calcio va trovata una sponda d'ascolto, quella attuale potrebbe anche essere sufficiente se continuasse a far sentire la propria voce e non guardare all'estero soltanto per determinati aspetti, riferendosi spesso e volentieri al modello inglese, dove gli ombrelli possono entrare, le tifoserie sono più libere e i controlli più soft. Le istituzioni del calcio devono guardarsi attorno, un tempo all'estero le tifoserie italiane venivano prese come modello, ora sono quelle straniere a rappresentare un valore aggiunto per le rispettive squadre, ora siamo noi a guardarle, a casa loro tutto fila liscio mentre qui l'emergenza diventa l'ordinario”.