ESCLUSIVA SN - Sampdoria Club New York: "Lo stile Samp siamo noi tifosi"

26.11.2014 09:23 di  Filippo Borin   vedi letture
ESCLUSIVA SN - Sampdoria Club New York: "Lo stile Samp siamo noi tifosi"
© foto di Sampdorianews.net

Negli Usa la passione per la maglia blucerchiata è sempre presente grazie al Sampdoria Club New York. Sampdorianews.net, per la rubrica “In viaggio con la federclubs” ha avuto il piacere di intervistare Franco Ravano, portavoce del sodalizio.

Come è nata l’idea di fondare un Sampdoria Club a New York? “Il Sampdoria Club New York esiste da moltissimi anni grazie a Giorgio Gibelli, presidente del club che lo fondò e che lo ha tenuto in vita per oltre 20 anni. Alcuni anni fa alcuni “malati di Samp” si sono conosciuti ed incontrati proprio grazie alla Samp e negli ultimi anni sono nate alcune sincere amicizie che hanno portato a ricreare un club attivo, ambizioso ed aperto come era in passato. Siamo spesso insieme ma tutti noi dobbiamo ringraziare quelle persone come Giorgio o come Fabrizio che sono a New York da molti anni prima di altri e che crearono un Sampdoria “club”. Recentemente abbiamo sviluppato una pagina su facebook cui si sono aggiunti nuovi sampdoriani che vivono in zona aumentando ed alimentando la voglia di essere all’interno di un Sampdoria club così lontano da casa”.

Quali sono le prossime attività del sodalizio? “Ogni incontro che teniamo ha un obiettivo preciso: trasferire la gioia dell’essere sampdoriani, dell’incontrarsi e del vivere il blucerchiato. A prescindere dai risultati. Se i tifosi  si sentono importanti hanno la responsabilità delle azioni e dei comportamenti che nei fatti portano a creare uno stile. Lo stile siamo noi. La Samp ha i colori più belli del mondo, e dato che siamo qui abbiamo l’intimo ed innegabile desiderio di esportare quel che rappresentano. Noi rappresentiamo quella parte di Genova capace di guardare avanti, di innovare e di rinnovarsi. Siamo il presente, il futuro e il frutto di una storia vista, vissuta e vinta.  Quella parte della città che riflette un costante mugugno, misto ad una ingiustificata suberbia, la lasciamo volentieri ad altri. Organizzeremo presto una cena ed avremo alcune iniziative “sociali” che comunicheremo non appena avremo definito alcuni dettagli che riteniamo serio non rivelare anticipatamente”.

C’è un ritrovo dei tifosi blucerchiati nella Grande Mela? “Ne esistono 2. Il legend dove guardiamo le partite ogni volta che si ha un anticipo o posticipo al sabato o la domenica ed il piccolo angolo, un ristorante il cui proprietario era un tifoso Sampdoriano. La famiglia fece fare una corona di fiori sampdoriana lasciandola per qualche giorno fuori dal locale. Questo ci colpì molto anche perchè molti di noi non conoscevamo il proprietario. Un giorno prenotammo al ristorante e ci presentammo tutti con la maglia della Sampdoria. La figlia si commosse e pianse nel ristorante; abbiamo cenato col pesto sentendo i trilli e da allora ogni cena si e’ svolta in questo “angolo". Viviamo il presente, sogniamo come e’ giusto un futuro ricco di soddisfazioni sportive ma stile e valori di tutti noi sono tramandati dal terzo anello ed intendiamo trasferirli a New York e negli Usa dove lo sport è vissuto in maniera molto meno passionale e sentita”.

Come è stata vissuta la vittoria nel derby nel vostro club? “Siamo stati molto felici. Eravamo una quindicina al bar e ce la siamo goduta. Ai soliti si era aggiunta una coppia di sposi in viaggio di nozze, lui Sampdoriano, lei  che tifava i colori sbagliati. E stato un qualcosa di simpatico che ci ha ricordato la bellezza dei derby vissuti dal vivo”.

E’ soddisfatto dell’inizio di stagione della Samp? “Naturalmente; fa molto piacere  sognare ed essere in una posizione probabilmente  inaspettata all’inizio della stagione; i conti si fanno sempre alla fine ma è importante avere cominciato bene. L’entusiasmo e lo spirito di gruppo in uno sport di squadra sono fondamentali ed al momento a questa Sampdoria sembrano non mancare”.

Vuole mandare un saluto ai tifosi blucerchiati in Italia? “In ogni posto che andiamo la gente vuol sapere chi noi siamo. Il nostro obiettivo e farlo sapere anche negli States”.

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