SAMPDORIA MVP: Ferrari e la discesa nel finale che sprona chi non ha stimoli

19.05.2019 15:45 di  Serena Timossi  Twitter:    vedi letture
 SAMPDORIA MVP: Ferrari e la discesa nel finale che sprona chi non ha stimoli
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Da diverse stagioni, al di là degli allenatori che si sono avvicendati in panchina, la Sampdoria ha mostrato un progressivo calo nel finale di campionato, caratterizzato da prestazioni sottotono e consapevolezza che, con maggiore grinta e determinazione, qualche punto in più poteva essere conquistato senza eccessivi sforzi. Non fa eccezione la partita odierna con il Chievo, cominciata con buona intensità e occasioni create (e sprecate), ma proseguita senza emozioni, in un'inerzia resa amara da una superiorità numerica non sfruttata. Paradossalmente, infatti, dopo l'espulsione di Barba al 40', la squadra blucerchiata si è affacciata nella metà campo avversaria con meno convinzione, sottoritmo e con poca lucidità.

Un'assenza di stimoli che non deve essere un'attenuante, per questo la scelta del migliore in campo in un match in cui trovare un giocatore che emerga nettamente sugli altri è arduo va a chi nel finale si è reso protagonista di un'azione che inconsapevolmente spronava i compagni a credere ancora nella vittoria. Alex Ferrari, difensore ventiquattrenne arrivato in punta di piedi e accomodatosi in panchina per la maggior parte della stagione, sta sfruttando al meglio lo spazio conquistato dopo l'infortunio di Andersen.

Durante la partita con il Chievo se la vede con l'esperto Pellissier (all'ultima in carriera e protagonista probabilmente dell'unica vera emozione della gara: la sua uscita dal campo tra le lacrime con standing ovation di tutto lo stadio, un meritato tributo da compagni, tifosi e avversari). Un duello generazionale da cui il difensore esce a testa alta, così come funziona la marcatura su Stepinski, che raramente riesce a sfuggirgli.

Nel finale di gara, Ferrari cerca di scuotere i compagni ed esce palla al piede: la sua incursione è un mix di grinta e voglia di lasciare il segno, che si conclude pennellando un cross per Quagliarella. Il risultato non cambia, ma in quella corsa spontanea verso la porta avversaria traspare quello scintillio che è mancato alla maggior parte dei suoi compagni in diverse partite in questo finale di stagione. Oggi, quindi, più che una giocata premiamo un gesto che metaforicamente esprime tutto quello che i tifosi blucerchiati avrebbero voluto vedere con più costanza nel rush finale. Perché gli stimoli vanno prima di tutto cercati in se stessi.