SAMPDORIA GONFIA LA RETE - La mistica dell'Unione

07.11.2019 09:21 di  Paolo Paolillo   vedi letture
SAMPDORIA GONFIA LA RETE - La mistica dell'Unione
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Secondo la Treccani, la mistica è la capacità che alcuni individui hanno di cogliere un oggetto o un essere, una realtà misteriosa, al di là delle consuete forme di conoscenza empirica o razionale. Due elementi sono: la presenza di momenti esemplari spesso accompagnati da fenomeni psicosomatici come l'estasi e uno stato finale sentito come liberazione da ogni limite empirico. Ecco, al gol di Caprari ho provato estasi e la liberazione: al colpo di testa del numero 17 blucerchiato, il mio corpo era proiettato a Ferrara con gli altri 260 cuori blucerchiati, idealmente in quella slavina umana che si è gettata sulle balaustre, ultimo intralcio tra loro e i ragazzi in campo. L'abbraccio all'ex attaccante del Pescara è stato fortissimo, anche a km di distanza. Il ringraziamento a Depaoli e Ramirez un ululato senza fine, salvo poi il rimprovero dei vicini di casa. Quanto lo aspettavamo, un momento così.

La Sampdoria torna a vincere, batte la SPAL e mette tre punti in cascina di un'importanza più unica che rara. Vero è che non si è fatto nulla. Siamo sempre in zona retrocessione, dobbiamo continuare a sperare in noi stessi e il calendario ci mette di fronte, domenica prossima, la super Dea di Gasperini. Certo è che l'aria incamerata al Mazza è pura e cristallina, al termine di una partita che ha visto ancora dei problemi dal punto di vista offensivo. Uno su tutti la concretezza in zona gol.

Il tandem scelto da Ranieri per questo monday night è composto da Gabbiadini e Bonazzoli. Fa rumore la panchina di Quagliarella, che aveva accusato dei problemi muscolari e non era al meglio. Alla luce dei fatti, chapeau al mister, che azzecca ogni mossa. Gabbiadini, invece, torna dopo il turno di riposo contro il Lecce e gioca una partita tattica, andandosi a sacrificare molto, togliendo ossigeno a Kurtic e Murgia, a seconda di chi si abbassava a prendere il pallone. Il cambio con Ramirez è dovuto, visto che l'ex Napoli era in debito di ossigeno. Per questo, è poco lucido in zona gol, calciando appena alta sulla traversa una punizione dal limite, dopo aver tentato di replicare il gol di Bologna poco prima, con la palla che – al contrario del Dall'Ara – finisce fuori dalla porta di Berisha. Lavoro occulto, il suo, che ha pagato grossi dividendi. Bonazzoli, invece, mette in campo quello che ha, ossia voglia e abnegazione, gioca da prima punta e fa bene il lavoro di sponda. Ci prova con un sinistro potente dalla distanza e per poco non trova il sette alla destra del portiere biancoblu. Nella ripresa continua il lavoro sporco, ma dimostra la sua ruggine e, parziale, immaturità sotto porta: su uno sghimbescio della difesa estense non trova la deviazione vincente e viene contrastato energicamente da Berisha in uscita. Ci potrebbe stare il rigore ma, di fatto, un tocco del numero 9 blucerchiato avrebbe portato la Samp in vantaggio quasi sicuramente.

Come avrebbe regalato il vantaggio, la molle girata da ottima posizione, che costringe l'estremo della SPAL alla grandissima parata. Con un po' più di cattiveria e la palla sarebbe finita dentro. Davanti corriamo molto, ma mostriamo una povertà qualitativa che non sembra sparire. Questo è quello che passa al convento, visto che – per ora – la ricerca di equilibrio e punti è preponderante sul gioco e sulla qualità.

Servono, dunque, i cambi per indirizzare la partita. Ci pensa Caprari, nettamente man of the match per il peso specifico della sua zuccata, con un colpo di testa che vale tre punti ma – sopratutto – aria fresca da mettere nei polmoni, nella testa e nelle gambe dei giocatori. La rapidità, la prontezza e la voglia con il quale gira il colpo di testa precedente di Ramirez, fanno la differenza in quell'azione. Speriamo che si sia sbloccato definitivamente, perché con lui a livelli alti si può sperare un po' di più. E dire che il romano era entrato da poco più di due minuti, dimostrando che la testa, a volte, vale più di titoli e cognomi sulle spalle. Il grande sentimento è questo. Come lo è la corsa, spiritata, rabbiosa, godereccia, sotto lo spicchio riservato ai tifosi giunti a Ferrara di lunedì sera. Lo aveva detto Ranieri prima di Bologna, c'è gente che lascia a casa la famiglia per seguire la Samp e va ricompensata. Missione compiuta, a testimonianza di come si cerchi la compattezza dell'ambiente prima di tutto. Sembrano due gruppi, uno che va ad abbracciare Ramirez, che va a sua volta ad abbracciare la panchina - Quagliarella in testa - inseguito da Vieira. Dall'altra, la corsa di Caprari, l'arrivo di Murru, Augello, Ferrari e Depaoli. Poi, alla fine, tutti gli altri, tutti sotto il settore ad abbracciarsi ed abbracciare i tifosi. Una cosa unica, una cosa mistica, una di quelle scene che ti fa capire perché tifi questa squadra. La personificazione dell'Unione. Ossia, quello che siamo. La nostra storia lo dimostra. Uniti siamo pressoché imbattibili. Avanti così Doria!