P.Conti: "La famiglia Mantovani aveva una presenza costante nella vita della società"

23.09.2016 17:28 di  Enrico Cannoletta   vedi letture
P.Conti: "La famiglia Mantovani aveva una presenza costante nella vita della società"
TUTTOmercatoWEB.com

L'ex portiere della Sampdoria dei primi anni dell'era Mantovani, Paolo Conti, è stato raggiunto dai microfoni di SampTVConti ha esordito facendo un "amarcord" del momento in cui gli fu offerto di difendere i pali della Samp, allora in serie B:

"Ricordo che mi chiamò il Dr. Nassi che era il DS  ma anche l'uomo di fiducia del presidente Mantovani, il quale mi propose di arrivare alla Sampdoria, che allora era in serie B, ma era una società che aveva delle grandi potenzialità. Il presidente Mantovani aveva già dichiarato ambizioni importanti e nell'ambiente si sapeva che era una società estremamente seria, per cui non ho avuto problemi ad accettare questa collocazione, anzi l'ho accettata con entusiasmo e devo dire che non ne sono, tuttora, per niente pentito".

Paolo Conti racconta poi come si integrò nel tessuto cittadino genovese: "Mi sono integrato bene nella città, che è accogliente, anche se apparentemente distaccata. Personalmente l'ho trovata più riservata che distaccata. Genova mi affascina ancora perché è una città da scoprire: ogni volta c'è qualcosa di nuovo. È una città molto bella".

Si passa poi a fare un riassunto della sua esperienza in blucerchiato: "Ho vissuto momenti belli ed altri meno, come accade di solito a un portiere. Quello che più mi è rimasto dentro del periodo vissuto a Genova è una sensazione di benessere, sicché quando ricordo Genova lo faccio col sorriso sulle labbra. La famiglia Mantovani aveva una presenza costante nella vita della società e della squadra, anche attraverso i figli, e si capiva che stava nascendo qualcosa di importante. Noi giocatori eravamo tutti contenti di essere in questa squadra".

Affiorano a questo punto i ricordi dei compagni di squadra: "Li ricordo tutti. In modo particolare Zanone, Galdiolo, Casagrande, ma anche gli altri perché erano giocatori di grande livello. Insomma era un periodo felice".

Conti si è anche soffermato sull'inizio della sua prima stagione alla Samp: "Iniziammo molto bene con Riccomini allenatore, ma ricordo che a Genova ci fu un periodo di 10 giorno di caldo afosissimo, di maccaia. La squadra che era in splendide condizione purtroppo precipitò sotto l'aspetto della condizione atletica e fece fatica a recuperare- riporta Sampdorianews.net- Pagò ovviamente Riccomini, venne Ulivieri e piano piano la squadra si riprese perché aveva potenzialità. Ulivieri si dimostrò all'altezza della situazione, dovette rincorrere a lungo, ma alla fine raggiunse l'obiettivo".

Subito dopo il discorso scivola sulla stagione successiva in serie A: "Arrivarono Liam Brady, Trevor Francis, Roberto Mancini. Insomma si mettevano le basi per una squadra non impostata per soffrire. Prendeva nei ruoli chiave dei giovani che sarebbero stati dei punti fermi per il futuro. Appariva evidente che la squadra sarebbe sempre migliorata perché questa era la volontà del presidente che era ambizioso, aveva grande volontà ed è riuscito in un impresa sulla quale pochi avrebbero scommesso. Questo fu un grande merito, perché la Sampdoria era una grande squadra, e lo è anche oggi, ma arrivò ad essere un top-team in grado di vincere contro chiunque: sono stati bravi davvero".

Ed infine ecco un accenno su Paolo Conti oggi: "Io vivo in Romagna, dove ci sono pochi tifosi della Samp. Ogni tanto però mi capita di incontrarne qualcuno ed è bello ricordare i tempi passati e soprattutto quella Sampdoria che definirei irripetibile".