Foti: "La rete contro il Messina sotto la Sud l'esperienza più bella della mia vita"

05.02.2016 00:16 di  Roberto Lazzarini   vedi letture
Foti: "La rete contro il Messina sotto la Sud l'esperienza più bella della mia vita"
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© foto di Alberto Mariani/TuttoVerbania.com

Una triste storia quella di Salvatore Foti, al quale Francesco Flachi in allenamento affibiò il soprannome di Lillo. Entrano nel grande calcio a soli 17 anni, età in cui segno proprio con la maglia blucerchiata il primo gol in Serie A, Foti è ora un ragazzo di 27 che a causa di numerosi infortuni, su tutti un'ernia discale che lo tormenta da anni, ha dovuto lasciare lo sport che ama per sempre. Una grande promessa che già con la Sampdoria si fece notare per il suo talento, ma che la sfortuna ha impedito che sbocciasse. Lillo ha rilasciato una bella intervista ai microfoni di gianlucadimarzio.com, nella quale ha ricordato gli anni trascorsi alla Samp: 

"Bruno Conti chiamava spesso la mia famiglia perché la Roma era una delle società che mi voleva di più, il desiderio però era quello di approdare subito in prima squadra per confrontarsi con un mondo nuovo, così accettai la chiamata di Paratici, e dal Venezia passai alla Samp.

L’esordio in Serie A è stato emozionante e quella rete contro il Messina sotto la Gradinata Sud, cuore pulsante del tifo blucerchiato, è stata senza dubbio l’emozione più bella della mia vita. Ricordo ogni minimo particolare di quel gol, il pallone che arriva, il boato dei tifosi, i compagni… In quel momento era impossibile rendersi conto di quello che stavo facendo. Primo gol nei professionisti… in Serie A. Ti rendi conto?”.

L’anno della Sampdoria 'formato Champions' sono tornato nella mia Genova con Gigi Del Neri, a metà anno lui voleva tenermi, ma il desiderio di giocare era grande e così sono andato a Piacenza. Esperienza Fantastica, così come quella di Empoli con Aglietti allenatore.

Ora vivo a Genova con la mia famiglia, questa città mi ha fatto diventare uomo e calciatore. Smettere di giocare è una sofferenza, ma bisogna avere la forza di reagire e di guardare avanti con ottimismo. Ho preso il patentino per allenare, perché io il profumo dell’erba lo voglio ancora sentire!”-