CON IL CUORE FINO ALLA VITTORIA - La bella addormentata nel sogno

14.02.2019 09:19 di  Paolo Paolillo   vedi letture
CON IL CUORE FINO ALLA VITTORIA - La bella addormentata nel sogno
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Shock e delusione. Forse sorpresa. Sicuramente rammarico. Il Frosinone sbanca il Ferraris e la Sampdoria incassa un colpo duro da digerire, specie in ottica europea. Una sconfitta da Bella Addormentata. Nel bosco della bagarre europea? Si, ma, forse, anche nel Sogno, ossia l'Europa. Da molte stagioni, infatti, la Samp ad un certo punto si addormenta, finisce il carburante, fisico e mentale, che non le permette di fare quel salto di qualità che sembra sempre più vicino e, immancabilmente, si rivela miraggio nel deserto del Sahel. Prima avvisaglia? Speriamo di no.

La partita della difesa blucerchiata è legata a doppio filo al risultato, perchè la disattenzione della di Colley è fatale alla squadra di Giampaolo e costa la partita. Il centrale gambiano, infatti, si fa aggirare in maniera puerile da Ciofani, bravo a posizionarsi al limite dell’aria piccola, nell’unico momento in cui il centrale si fa attrarre dal pallone, perdendo il proprio uomo.
A quel punto arriva la rasoiata di Goldaniga ed Ekdal non arriva in tempo a chiudere. Al capitano del Frosinone basta mettere il piattone per fare una biliardistica sponda ed ecco lì confezionata la beffa.



Difficile scuotersi, a quel punto, quando la pigrizia prende anche gli altri reparti. Nel complesso non è stata una brutta partita quella di Bereszynski e soci. Vero è che proprio il polacco è sembrato timido e impacciato, sia fisicamente che nelle scelte tecniche. Molto cercato nella manovra, non prova quasi mai a creare superiorità, perché quando lo fa viene arginato senza patemi da Beghetto. Discorso leggermente diverso per Junior Tavares, accolto con una sorprendente ovazione dai supporters blucerchiati, dopo i pochi minuti contro l’Udinese. Pur non facendo sfraceli e badando soprattutto a fare la cosa giusta, l’ex terzino del San Paolo si è proposto molto – meglio la ripresa dopo un timido inizio – e ha cercato varie volte il cross giusto per gli avanti. Soffre ancora molto la fase difensiva, anche se non si ravvisano grossi svarioni. Sul gol gli si rimprovera solo che dal suo lato arriva il cross di Goldaniga e lui non esce con la necessaria cattiveria e velocità.
Andersen gioca una partita di vigore e posizione e tiene bene l’uomo di maggior talento dei frusinati, Ciano, limitandone le sortite alle spalle della difesa e costringendolo ad allargarsi spesso. Si prende anche molti rischi in fase di impostazione, portando palla personalmente verso la metà campo ospite e provando, così, a far uscire qualche uomo dal reticolato difensivo architettato da Baroni.
Di Colley si è già detto, pesa quell’indecisione, ma la prestazione non è differente dalle altre mostrate in passato, se non per la qualità dei passaggi e dei lanci, visto che il difensore africano è costretto anche ad adoperarsi in lanci di trenta metri, non proprio consoni alle sue caratteristiche.

In sintesi, la gara difensiva della Sampdoria non è stata di livello inferiore rispetto alle altre, o meglio, si è giocato peggio altre volte. La mancanza di Murru a sinistra non è pesata così tanto, i movimenti e la trappola del fuorigioco sono stati efficaci per quasi tutta la partita. Audero non ha rischiato nulla, non ha effettuato una parata degna di questo nome, ha giocato molto al piede. Per tutto questo la priorità è ricompattarsi e fare risultato il prima possibile, per ridare entusiasmo ad un ambiente che sente aria di disarmo quando, forse, non è propriamente così. D’altronde anche l’Atalanta è inciampata in casa col Cagliari e l’Inter ha perso a domicilio con il Parma.
Il campionato è lungo e i passi falsi possono capitare, l’importante è che l’episodio della Bella Addormentata nel Sogno – questo il mood della Samp domenica – rimanga, appunto, un episodio e si capisca che non basta il compitino per superare una compagine che lotta per non retrocedere. Anzi. Sono queste le partite dove l’atteggiamento fa la metà – se non di più – del risultato. Non dobbiamo mai scordare, infatti, che con la fame si può arrivare dappertutto. Senza, si è già sconfitti.