Dall'alba al tramonto. Auguri a Marco Sgrò

09.05.2011 08:00 di  Serena Timossi   vedi letture
Dall'alba al tramonto. Auguri a Marco Sgrò
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© foto di Federico De Luca

Quando approdò a Genova, nella disgraziata stagione ’98-’99, Marco Sgrò si presentava con un biglietto da visita di tutto rispetto, frutto di tre stagioni di ottimo livello con la maglia dell’Atalanta, in cui si era guadagnato il soprannome di “architetto” del centrocampo. Ben diversa fu la sua avventura in maglia blucerchiata, in cui non riuscì a convincere pienamente nonostante la buona tecnica, ed il calo nel rendimento inaugurò la seconda fase della sua carriera, in cui si trovò a militare soltanto nelle serie minori.

La gavetta del centrocampista di Sermoneta si aprì nelle giovanili del Genoa, per poi affrontare le prime esperienze in serie C con le casacche di Jesi, Siena e Fiorenzuola. Nel 1993 passò all’Atalanta, in cui collezionò 12 presenze prima di essere ceduto in prestito all’Ancona in cadetteria. Rientrato dalla proficua esperienza marchigiana, diventò uno dei pilastri del centrocampo orobico formando con Fabio Gallo una coppia ben assortita e, in seguito, si rivelò uno degli assist man di un giovane Filippo Inzaghi.

La Samp ne rilevò il cartellino nel 1998, ma il centrocampista non riuscì ad inserirsi come auspicato, totalizzando 42 presenze complessive tra serie A e campionato cadetto, condite da 4 reti, nell’arco di due stagioni dal rendimento discontinuo. 

Lasciata la città della Lanterna, Sgrò fu protagonista di numerosi cambi di casacca; le tappe che si susseguirono furono Ternana, Monza, Alzano Virescit, Valenzana, Carpenedolo, Pergocrema e Como, fino alla chiusura della carriera professionistica nel 2009 nella Colognese. Proprio sulla panchina dell’ultima squadra di militanza la scorsa stagione ha cominciato l’esperienza di allenatore.

Oggi Sgrò guida l’Alzano Cene e in occasione del suo quarantunesimo compleanno rivolgiamo i migliori auguri da parte del mondo blucerchiato ad un giocatore che purtroppo visse alla Samp l’inizio della fase di tramonto della propria carriera dopo l’esplosione tra le file della Dea, ma che fu probabilmente in parte penalizzato da un contesto difficile e del quale non dimentichiamo la professionalità e serietà.