Carlos Bianchi e Totti alla Samp: "Solo io conosco la verità"

10.11.2011 10:25 di  Stefano Orengo   vedi letture
Carlos Bianchi e Totti alla Samp: "Solo io conosco la verità"
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© foto di Filippo Gabutti

Carlos Bianchi in vacanza a Roma. Che c'è che non va? Nulla di strano, ovviamente, se non fosse che l'allenatore argentino ha approfittato del suo soggiorno italiano per concedere una lunga e interessante intervista alle colonne del Corriere dello Sport, nella quale ha parlato molto della suoi nove mesi da allenatore della squadra capitolina, nella prima parte della stagione 1996/97. E, immancabilmente, non poteva non esserci una citazione della famosa paventata cessione di Totti alla Sampdoria.

La storia ormai la conoscono quasi tutti. Francesco Totti, nel 1997 era stato a un passo dal vestire la maglia doriana. Ancora 21enne, l'attuale capitano giallorosso era infatti in rotta con l'allenatore Carlos Bianchi, che, si dice, ne volesse la cessione. In contemporanea, a Genova sponda blucerchiata nello staff di Sven-Goran Eriksson lavorava Luciano Spinosi, ex allenatore di Totti nella Primavera della Roma, che, vedendo la situazione, contattò il giocatore per portarlo in prestito alla Sampdoria nella stagione 1997/98. A quanto dicono i giornali dell'epoca, la trattativa sembrava avviata e anche al fantasista, in un primo momento, non dispiaceva l'idea di un trasferimento a titolo temporaneo.

Poi però la situazione cambiò radicalmente. A febbraio 1997, a Roma, si tenne un torneo triangolare chiamato "Trofeo della Città di Roma", dove Totti, questo è un dato di fatto, segnò due gol spettacolari contro Ajax e Borussia Moenchengladbach, due reti che convinsero la dirigenza capitolina a puntare su di lui e, qualche tempo dopo, a dare il benservito a Bianchi. Questa storia è stata confermata da più parti e dallo stesso Totti, che a Repubblica e al Corriere della Sera spiegò: "Stavo andando alla Sampdoria: era una bella squadra, con Mancini e Montella (Mancini sarebbe andato via ndr). In quel momento mi è stato molto vicino Mazzone, che voleva che dimostrassi che ero un giocatore vero e diceva che dovevo farlo nella Roma. Devo molto a lui, ma è solo grazie a quei due gol che sono rimasto".

In questo contesto, ieri, dopo quasi tre lustri, è finalmente tornato a parlare Carlos Bianchi, che ha di fatto smentito le crepe del suo rapporto con il numero 10 romanista ("Ho giocato prima di lui e gli ho dato consigli, a lui come ad altri"), pur restando piuttosto ermetico nei dettagli. "Io conosco la verità su questa storia. Sono state dette tante cose non vere, mi hanno messo in bocca parole che non ho mai detto. - ha raccontato il tecnico -. Tuttavia non ha senso parlare oggi di quello che è successo quasi 15 anni fa. Posso solo dire che la verità la conoscevamo io e il presidente Sensi, che oggi non c'è più. Tornare su questo argomento non conta. Per come lo ricordo è un buon giocatore, uno dei più forti che ho allenato. Con lui metto Riquelme e qualche altro".