Giampaolo: "Sono un allenatore di sentimento, non di denaro. L'arbitro non mi è piaciuto, ma non vado in cerca di alibi"

20.05.2018 21:48 di Serena Timossi Twitter:    vedi letture
Giampaolo: "Sono un allenatore di sentimento, non di denaro. L'arbitro non mi è piaciuto, ma non vado in cerca di alibi"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Marco Giampaolo ha parlato chiaro in mixed zone, evidenziando cosa non lo ha convinto della partita dei blucerchiati, senza cercare eccessivi alibi negli episodi arbitrali controversi che hanno caratterizzato la partita con la Spal:

"Rigore inesistente, fallo di mano inesistente, doppia ammonizione su Caprari inesistente, l'arbitro non mi è piaciuto. Io non parlo mai degli arbitri, però siccome il nostro score nelle partite fuori casa è carente non mi aggrappo all'alibi dell'arbitro. Questa era una partita che la Samp non doveva perdere per nessun motivo al mondo perché era ricca di significato, come ho detto e ripetuto alla squadra nel corso della settimana. C'era di mezzo l'aspetto professionale, la salvezza, l'ottavo posto ancora per noi, la possibilità di fare valutazioni per il futuro - riporta Sampdorianews.net -. La Samp non può perdere tre partite consecutive, perché la mentalità si costruisce anche attraverso queste cose. Una partita ricca di significato che ritengo sia ingiudicabile per come poi si è incanalata dopo due minuti, ma dal mio punto di vista dopo due minuti non concedi neanche quel tiro. Io non vado mai in cerca di alibi, sono molto critico con me stesso e nei confronti della squadra".

Sugli aspetti da analizzare: "Bisogna analizzare le cose che non sono andate, come lo score delle partite fuori casa. Bisogna fare un'analisi, perché fuori casa abbiamo dimostrato debolezza mentale e strutturale rispetto alle partite giocate in casa. Marassi ti mette in condizione di giocare in una comfort zone. Quindici punti derby compreso fuori casa sono effettivamente pochi".

Sul futuro: "Non bisogna deludere le aspettative e la fiducia di chi ti accorda fiducia e in questo senso non esistono contratti, non mi trincero dietro al fatto che io abbia un contratto. Mi interessa poter soddisfare attraverso il lavoro, i risultati e l'impegno chi ti accorda fiducia, in questo caso il club  e la tifoseria, perché senza questi presupposti non ha senso. Io sono un allenatore di sentimento non un allenatore di denaro e quindi le riflessioni e le valutazioni che farò sono in funzione soltanto di questa cosa qui".