Becucci: "Metterò la massima serietà e determinazione per ripagare la fiducia che mi è stata data dalla società"

07.02.2019 16:28 di  Paolo Bardetta   vedi letture
Becucci: "Metterò la massima serietà e determinazione per ripagare la fiducia che mi è stata data dalla società"
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© foto di Prospero Scolpini/TuttoLegaPro.com

Una storia di forza di volontà e passione quella raccontata da Matteo Becucci ai microfoni di Samp Tv.

Come ogni bambino appassionato di calcio realizzare il sogno di giocare per la squadra che si ama ma poi interromperlo in maniera traumatica.

L’affaticamento nel corso di un derby e un responso doloroso: sindrome di Guillain-Barré, una patologia che attacca il sistema nervoso che porta alla paralisi degli arti: “Fin da piccolo mi è sempre piaciuto il calcio. Questa passione me l’ha trasmessa mio padre come la passione per la Sampdoria. Sono sempre andato allo stadio cosi come faccio attualmente. Da Sampdoriano è un’emozione aver indossato questa maglia. Sono arrivato alla Sampdoria all’età di sette anni e il mio primo mister è stato Renato Vito. Ho avuto la fortuna di far parte del settore giovanile per 5 anni. Indossare questa maglia è stato sempre un onore. Ho dato il massimo impegno per essere sempre confermato ogni anno.”

Poi il racconto doloroso. “Dopo i 5 anni alla Sampdoria, a seguito di una partita che ricordo bene, il derby, c’è stata un’avvisaglia che mi ha fatto capire che qualcosa non andava bene. Io ero solito correre molto spesso in campo ma in quel giorno ero molto debole e sentivo veramente che qualcosa non andava in me. Il giorno dopo ho sentito i primi sintomi di un problema che piano paino ha iniziato ad essere sempre più importante. I sintomi mi hanno poi portato a fare degli accertamenti. Il dottore mi ha poi confermato una patologia che si chiama Guillain-Barré ed è un’infiammazione del sistema nervoso che va a intaccare i nervi provocando poi piano paino la paralisi degli arti.”

Digerire un boccone amaro. “Inizialmente accettare la verità di non potere poi continuare a giocare a calcio è stata dura ma grazie all’appoggio dei miei genitori e anche della Sampdoria sono riuscito a uscirne abbastanza bene sicuramente ricordano i sacrifici e la forza di volontà che ho messo in questa parentesi della mia vita. Sono molto soddisfatto e sono riuscito a voltare pagina e guardare oltre ed avere nuove prospettive.”

La Sampdoria in aiuto. “Ringrazio in particolar modo la Sampdoria, Invernizzi e il Presidente Ferrero che mi hanno comunque dato la possibilità di continuare a far parte dell’ambiente Sampdoria, di fare l’allenatore e questa possibilità sarà quella di affiancare gli allenatori già esperti quali Attardi e Crisanti e dai quali cercherò di estrarre qualche trucco di questo nuovo ruolo che mi affascina molto e che ancora devo scoprire del tutto. “

Il messaggio da trasmettere. “Il fatto di aver avuto la fortuna di aver fatto parte di questa società per molti anni e comunque anche l’attaccamento alla maglia mi dà un’altra caratteristica in più da trasmettere ai bambini soprattutto di cercare di onorare sempre questa maglia perché è di grande valore. Ma anche la forza di volontà perché gli ostacoli nella vita, anche quando possono essere più piccoli, con il sacrificio e la determinazione e la forza di volontà si riescono tutti a oltrepassare.”

Il sogno nel cassetto. “Attualmente frequento il Liceo Sportivo Martin Luther King ma guardando al calcio un sogno che avrei, non avendo più la possibilità di fare il calciatore, sarebbe quello di avere la possibilità di seguire una leva e poi fare piano piano il mio percorso. Da adesso inizia un nuovo percorso e metterò la massima serietà e determinazione per ripagare la fiducia che mi è stata data dalla società.”