Arnuzzo a Gradinata Sud: "Non diamo la colpa ai problemi societari per le prestazioni"

18.02.2020 23:11 di Corrado Camera   vedi letture
Arnuzzo a Gradinata Sud: "Non diamo la colpa ai problemi societari per le prestazioni"
© foto di Sampdorianews.net

Come sempre presente in studio durante Gradinata Sud, in onda ogni martedì su Primocanale, Domenico Arnuzzo. il quale ha toccato diversi temi dell’attualità blucerchiata:

“Rispetto a domenica sera sono già un po’ più positivo. Non si è inceppato niente, secondo me. Il valore della Sampdoria è quello di una squadra che si batte per la salvezza. Ad inizio campionato hanno iniziato molto male, la classifica però ad oggi rispecchia il valore delle rose, almeno nelle ultime cinque posizioni.

Io non sono mai stato troppo ottimista, nemmeno troppo pessimista, però è una squadra che se valuti i giocatori, le potenzialità, può avere come obiettivo massimo quello di una salvezza tranquilla. Se non riesci a raggiungere l’obiettivo massimo hai una salvezza faticata ma questo è ciò che questa Sampdoria può dare.

Non direi che l’arbitro abbia influito sull'esito finale della partita. La partita è stata condizionata dalla sfortuna che abbiamo avuto sui primi due goal. Poi ti trovi sul 3-0 con un rigore assurdo ed è ancora più difficile. Però la squadra è stata sfortunata. Non è che questa domenica la squadra abbia giocato male, non ha giocato proprio. Dopo i primi dieci minuti affrontati con una certa dinamica propositiva, è stata penalizzata da tre episodi che non capitano praticamente mai nel calcio.

Sono quelle giornate che partono male e finiscono peggio. Bisogna analizzare la prestazione. Puoi vincere 3-1, come a Torino, e dire che hai giocato in maniera normale e hai avuto fortuna con gli episodi. Guardando domenica, non sappiamo nemmeno con chi prendercela dei giocatori, diamo la colpa a loro però la prestazione in questo caso non andrebbe proprio analizzata, la partita è stata troppo particolare.

Era la stessa Sampdoria del sabato precedente, senza Ekdal, ma era la squadra che ha stravinto a Torino e sembrava che fosse fortissima. Sul primo gol hai lasciato fare 50 metri palla al piede a Milenkovic, è vero, ma da questo è scaturito solo un cross rasoterra innocuo su cui ti sei segnato da solo. Sul secondo gol, salta di testa Ramirez, combinazione prende la palla di mano, e con il nuovo regolamento è rigore. Sul terzo gol, solo quell’arbitro lì può fischiare un rigore simile... Sei 3-0 senza aver subito un tiro in porta.

Romei in questi anni ha sempre risposto alle domande dei giornalisti, era la voce della società. Quindi mi sembra che quando incalzato dopo la partita sullo scioglimento del CdA aveva la possibilità di esprimere la posizione della società. Quando le cose vanno bene parlano tutti, quando le cose vanno male fatichi ad intervistare. Le domande tra l’altro erano educate, dire il pensiero della società in questa situazione particolare non lo avrebbe compromesso e avrebbe mostrato rispetto alle persone che vogliono sapere qualcosa sulla Sampdoria.

Le voci su un interessamento per la Sampdoria di Alessandro Ruggeri con Romei e Pecini confermati in società mi sembrano invece poco credibili. Romei e Pecini, perché? Pecini a livello dirigenziale, nella Sampdoria, è specializzato nello scoprire giocatori. Si fosse detto Romei e Osti, presidente e direttore sportivo, secondo me sarebbe stato più credibile.

La società per i giocatori è un punto di riferimento importante. Ad esempio, quando c’era un allenamento a Bogliasco e veniva a parlare Paolo Mantovani, l’allenamento era fatto meglio. Ti diceva delle cose per cui il giocatore percepiva la serietà di chi parlava, assimilava e faceva l'allenamento con più intensità.

La società quindi è importante. Tuttavia ritengo che oggi i giocatori risentano poco delle vicende societarie perché non sono di loro interesse. Questo perché non ci sono giocatori che sono attaccati alla Sampdoria perché sono nati a Genova o in Liguria. Tanti sono stranieri, sono attaccati ai colori per un anno, due. C’è affezione per la tifoseria in qualche caso ma finisce lì. Non diamo la colpa ai problemi societari per le prestazioni. Questi giocatori stanno facendo quello che possono, non ci deve essere vergogna a dire che non sono campioni ma giocatori normali.

Per affrontare l’Inter credo che la squadra sia dettata dalle assenze. Mi aspetto un 4-4-2, quando non sei chiamato a produrre gioco ma a contenere è il modulo più adatto”.